domenica 2 dicembre 2012

Avvento: composizioni

 
AVVENTO

I

Presentimento


Sotto i passi affrettati dei passanti
gemono
 le foglie dei platani,
verdi fino a ieri, ora di fuoco.
Sì, è inverno, ormai.
Le cose di prima sono passate.
Ne avverranno di nuove ?

Sperando oltre ogni speranza
attendiamo.

Il sole desiderato è sempre sorpresa
         in questa stagione;
sorpresa è la nebbia, 
         prevista e temuta;
sorpresa sarà quel giorno e quell'ora,
         che tutti ignoriamo.

Contro ogni apparenza
viviamo con il fiato sospeso.
                                               
                                                          II

Ricaduta


Ci attira ai primi freddi
il greve tepore
di chiusi spazi protetti
e di rassicuranti amicizie,
per far fronte al tempo,
che libero chiamiamo.

Angoscia è il tempo
quando, vuoto spazio,
davanti a noi si stende;
o quando veloce scorre
la vita travolgendo;
o quando su sé stesso
inutilmente gira.

Viene la sera,
viene il mattino,
 e ancora la sera
e ancora il mattino
gira e rigira
e sopra i suoi rivolgimenti
il tempo gira. *)
­
*) Qoelet 1, 6                           

III

Apertura

Davvero sotto il sole
di nuovo non c'è niente ?

                   Clandestino viene

nella monotonia del tempo
Colui che viene
da oltre il tempo.

Attesa è il tempo.

*) Qoelet 1,9

IV
Voce che grida

Profeta !
Sentinella di Dio,
piccolo o grande...
non conta !

Profeta !
Tagliente fiamma:
risani bruciando
e ti consumi.

Profeta !
La Presenza segni,
la conversione urgi,
la menzogna snidi
la fedeltà proclami

Profeta !
Combatterti è vano:
più forte
da ogni assalto
ritorni.

Profeta
Dimenticanza ti uccide;
il sonno della memoria
è la tua tomba
e noi, dimentichi, i becchini.

Profeta !
Ora più di ogni parola
il tuo silenzio
inquieta.

Profeta !
Tu, nel compimento ormai riposi:
il Volto vedi,
l'Amore vivi,
la Vita donata ritrovi.

Profeta !
 Sentinella di Dio,
 piccolo o grande...
 non conta,
 Profeta !
 ____

(Nel ricordo di Enrico Tincati,
 esigente e leale presbitero
 della Chiesa che è in Fidenza)


V

Aín Karim

(Il paese di Elisabetta: Cf Luca 1,39)

        Per un istante
fu del mondo il punto più alto,
                   Aín Karim;
la vetta,                                            
        volutamente nascosta dal Mistero
        sotto il grigio velo
             di un borgo di montagna.

Là, al riparo da avidi sguardi,
di meraviglia avvolto,
      si compì l'incontro
           di due madri, unite
dall'inattesa vita,
che in sé ciascuna portava.

Precoce fu, in quel momento,
la missione per Giovanni.
 Erano le orecchie sue ancora chiuse
 quando di Maria
                       udì il saluto.
Con occhi ancora informi
 l'incognita Presenza
                         vide.
E la sua lingua legata
 parlò parole di danza.

                                      **                                 

In principio era la danza,
la danza di Dio.
Alla fine sarà la danza,
la danza dell'uomo con Dio

Divina danza
    traboccante vita
        dall'Uno ai Tre.

Liberamente crea
                    la Mano,
     della sua Luce seguendo la traccia,
          al ritmo del divino Respiro.

Più forte della morte,
    inestinguibile fiamma del Signore, (Ct 8,6)
        che tutto avvampa e muove,                                                                                                 
         amore

Da veste di sacco ad abito di gioia:
     non delusa speranza,
         misericordia e perdono.

Pietra rovesciata del sepolcro vuoto,
     indistruttibile fondamento
         dell'umanità salvata.

Vendemmia e mietitura,
     vino e cuore nuovo
         nuove strade e case da abitare.

Sposo e sposa, bimbi e anziani,
      nell'intimità della casa,
          sguardo e cuore
di chi a Dio si affida.

Lazzaro in braccio ad Abramo,
     Il ladro pentito vestito a festa,
         zoppi e storpi aprono le danze
                             al banchetto di nozze.

In principio era  la danza.
                          la danza di Dio.
                          Alla fine sarà la danza,
                          la danza dell'uomo con Dio!


VI

Riconoscimento

Colui che viene: questo è il tuo nome.
Per tutti vieni, dono senza prezzo,
in tempi e modi e strade inattesi.

La nostra povertà non ti è d'inciampo:
il nostro vuoto invoca il tuo intervento;
il nulla è spazio per il tuo creare.

Tu vieni, non costretto dal bisogno,
quieto restando nel tuo movimento
e senza spostamenti o abbandoni.

Tu, Vita, vieni per la tua pienezza.
Tu, Bellezza, vieni per il tuo splendore.
E tu, Amore, vieni straripante dono.

Insegui l'uomo, che ti cerca e fugge;
e solo dopo averlo ritrovato
la festa aprirai, che non ha fine.


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