Notte,
velo del mistero,
grembo
del giorno che viene,
dilatato occhio
sull'invisibile,
rallenta, notte, la tua corsa,
indugia ancora
perché lo struggimento dell'attesa
ci lavi
e ci profumi la speranza
e tempo ci sia dato
per mettere l'abito di nozze
e, tutti insieme, entrare, cantando,
nella sala del banchetto.
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Don Lino,
RispondiEliminamo l'é pran bèlla, par dišit, la sò puešia! La maggior parte delle volte in cui stiamo svegli di notte, ci auguriamo di veder sorgere l'alba al più presto, perchè, il buio incute paura. Esso assomiglia alla morte. Invece, Lei, esorta la notte a rallentare la sua corsa al fine di compiacerci maggiormente nel momento in cui si spalancheranno le porte del giorno. Sarà allora che godremo appieno: l'abito, il pranzo, gli incontri e la gioia. Grazie, Don Lino.
La Claretta.