| 
I DUE VOLTI 
 
I  
Familiare punto d’incontro 
è il piccolo sagrato. 
L’abbraccio delle case, tutt’intorno, 
custodisce il calore  
di un respiro lontano. 
La cattedrale è lì, aperta. 
Sulle pagine di pietra 
giorni, vento, pioggia e smog 
non cessano di scrivere  
il loro quotidiano racconto. 
 
Dai solchi e dalle rughe,  
sempre più profondi, 
emerge, pacato, lo sguardo  
dell’unico occhio, che veglia  
il tempo che scorre.  
 
*  
Ti rivedo, Madre ! 
Ti rivedo com’eri 
quando furtivamente l’attimo ti colse,che, nell'oltre-il-tempo,
 
t’introdusse.  
 
Ti rivedo, Madre,  
nella maestà del tuo volto,  
levigato dagli anni e dagli eventi, 
trasfigurato dal fuoco mai spento.  
 
Ti rivedo, Madre, 
ti rivedo morta eppur così viva, 
stupito per l’arcano intrecciarsi 
di morte e vita. 
 
II 
Investigare  
sul senso della vita  
è il primo senso della vita.  
“Interrogare” è il nostro destino.  
Mai placato tormento  
l’insopprimibile domanda : 
«Vita o Morte ? 
Qual è il nostro approdo ?» 
«Solo morendo sapremo» 
«Ignorare, dunque, è la risposta?»  
* * *  
S'infrange l'onda contro lo scoglio. 
L'oscuro turbine cancella  
ogni sussulto di luce.  
La notte ormai allaga  
l’occhio spalancato invano. 
Quando verrà il giorno ? 
 
III (Gv 21) (*) 
 
Ora che appena appena albeggia all'orizzonte,  
e la notte d'inutili fatiche sta per finire, 
là, dove la roccia intenerisce 
al dolce ritmo che carezza l'onda,  
visibile e nascosto appare.  
 
Lo s'intravede appena,  
per enigmi di pane e vino,  
di acqua e sangue,  
soffio di vento, 
e non sai  
donde viene e dove va... 
Ma il fuoco dell'amore non conosce barriere  
e coglie, infallibile, il bersaglio ! 
«E’ Lui. Era morto, ora vive !» 
 
In Lui, 
morte e vita, 
domanda e risposta, 
liberate nel fuoco da ogni scoria, 
sono ormai un’unica fiamma !  
 
 
IV 
 
Per questa fiamma  
i nostri Padri, un tempo, 
nel cuore vivo della città presente, 
della futura, verso cui moviamo, 
questo segno di pietra . 
hanno innalzato. 
 
Questa stessa fiamma, Madre, 
a tratti tremolante eppur mai spenta, 
per impervie strade ti sorresse; 
e del tuo giorno,  
giunto al compimento, 
di pacata luce incoronò la sera 
 12/06/98
 | 
Nessun commento:
Posta un commento
Invia un messaggio a Don Lino